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Corridoio Vasariano (Corridoio Vasariano)

Il Corridoio Vasariano è una passerella sopraelevata lunga circa 1 km, che collega Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti sulla sponda opposta del fiume. Il corridoio fu realizzato in cinque mesi da Giorgio Vasari (secondo quest'ultimo, ma in realtà ci vollero otto mesi) nel 1564 in occasione delle nozze tra Francesco I de' Medici e Giovanna d'Austria. Lo scopo era quello di collegare Palazzo Pitti, residenza del Granduca, con Palazzo Vecchio, dove Francesco si recava per amministrare il Granducato.

La singolarità del corridoio è che è lungo un chilometro e passa da un edificio all'altro senza mai uscire allo scoperto, anche nel tratto sopra l'Arno. Parte da Palazzo Pitti, prosegue per via dei Bardi, gira intorno alla Torre dei Mannelli, sbuca all'interno di Ponte Vecchio, costeggia il fiume attraverso grandi arcate, ed entra e da lì in Palazzo Vecchio. I Medici potevano anche assistere alla Santa Messa di Santa Felicita senza mescolarsi al popolo. Il corridoio ha accesso ad un balcone privato che si affaccia sull'interno della chiesa.

a view of vasari corridor from uffizi gallery
una veduta del Corridoio Vasariano dalla Galleria degli Uffizi

Il Corridoio Vasariano oggi ospita una delle più grandi collezioni di autoritratti al mondo, raccolta nel corso dei secoli. Il merito di questo patrimonio va al cardinale Leopoldo de' Medici, che, grande appassionato e collezionista, nel 1664 iniziò a decorare il corridoio con disegni, dipinti, statue e autoritratti. Oggi le pareti del corridoio sono ricoperte da centinaia di dipinti dal XVII al XIX secolo.

Nella seconda sala del corridoio proveniente dagli Uffizi si trova un dipinto di Anna Maria Luisa de Medici. Grazie a lei se la città di Firenze può mostrare al mondo intero tutte le sue meravigliose opere d'arte. Nel 1737 firmò un “patto di famiglia” con i nuovi duchi di Toscana, la dinastia austriaca degli Asburgo-Lorena, che non consentiva loro di portare via da Firenze opere d'arte, dipinti, statue e biblioteche. Riesci a immaginare dove David potrebbe essere esposto ora?

Insomma, Francesco de' Medici ne aveva bisogno per andare "a lavorare", evitando di mescolarsi con il volgare, e lui, non sopportando l'odore della carne, ordinò che le botteghe dei macellai fossero sgomberate dal Ponte Vecchio a favore degli artigiani orafi . Durante la seconda guerra mondiale servì ai partigiani per passare con relativa tranquillità dai quartieri liberati a quelli occupati. Vittore Branca è rimasto nell'area occupata, nato a Savona nel 1913 e morto a Venezia lo scorso anno, ma è stato insignito della cittadinanza onoraria di Firenze per i suoi meriti nella Resistenza e nella letteratura. In un bel libro di memorie (Ponte Santa Trinità, Marsilio editore) raccontò che si decise di restare dov'eravamo per accelerare la ritirata tedesca. Un partigiano poteva però far passare un filo telefonico lungo il corridoio vasariano e stabilire così un contatto costante con l'Oltrarno liberato.

inside the vasari corridor
all'interno del Corridoio Vasariano

Sopra il Ponte Vecchio, grandi finestre panoramiche offrono una splendida vista sulla città. Ma in origine non c'erano. La luce entrava solo da piccoli oblò ancora esistenti. Fu solo nel 1938, durante il Fascismo, in occasione della visita ufficiale di Hitler a Firenze, che Mussolini ordinò l'installazione di queste grandi finestre per dare al Fuhrer una splendida veduta di Firenze. Sembra che a Hitler piacque vedere che Ponte Vecchio era l'unico ponte della città a sopravvivere alle bombe della seconda guerra mondiale. Essendo l'unico collegamento tra la parte settentrionale e quella meridionale di Firenze, nel 1944 i partigiani utilizzarono il corridoio anche per spezzare la linea nemica.

Nel secolo scorso, al Corridoio Vasariano si sono verificati numerosi altri sfortunati eventi. Nel 1966 la disastrosa alluvione passata alla storia anche grazie ai cosiddetti Angeli del Fango danneggiò gravemente il Corridoio Vasariano. Nel 1993, poi, l'ingresso al Corridoio e alcuni quadri subirono gravi danni causati dall'attentato mafioso di via dei Georgofili.

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